Castelli: "Siamo tornati all'orgoglio"
Campitelli: "Dobbiamo combattere tutti"

Il sindaco Castelli e il patron Bellini dal profilo Facebook del sindaco
Il sindaco Castelli e il patron Bellini dal profilo Facebook del sindaco
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Giovedì 20 Agosto 2015, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 17:22
ASCOLI - "L'Ascoli torna tra le grandi del calcio italiano".



Lo scrive il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, sul suo profilo Facebook, dopo la sentenza del Tribunale federale che ha condannato il Teramo calcio alla retrocessione in serie D per la presunta combine della gara con il Savona nella scorsa stagione calcistica, con una foto in cui appare insieme al patron Bellini, entrambi con la moglie bianconera.



"Non era facile e neppure scontato - aggiunge Castelli-. Anzi appena ho appreso che la nostra squadra disputerà il prossimo campionato in Serie B ho ripensato ai periodi bui del fallimento. Ai debiti e alle traversìe sportive ed economiche. Non è passato un secolo ma poco più di un anno e mezzo.



"E dalla vergogna - aggiunge Castelli - siamo tornati all'orgoglio. Il morale, che era sottoterra, è tornato a volare nel cielo. Anche chi non si interessa di calcio non può non riconoscere un grande valore sociale a questa bella storia di rinascita sportiva. Forza Picchio, il cuore di Ascoli batte per te".



Immediata anche la reazione da parte del Teramo. "Rispetto la sentenza ed i giudici, ma oggi è stata scritta una delle pagine più buie della giustizia sportiva: ricorreremo immediatamente in appello per vedere completamente riformata questa sentenza".



Ad annunciarlo è l'avvocato del Teramo Calcio,
Eduardo Chiacchio.



"Nei confronti del Teramo è stata irrogata una sanzione di una violenza inaudita, equiparabile a quella dello scandalo della famosa valigetta del Genoa - continua l'avvocato Chiacchio - solo che nel caso dal presidente Campitelli non esiste nessuna valigetta, nessun contatto, nessun accusatore, nessuna intercettazione e perfino nessun calciatore coinvolto. Eppure in assenza anche di uno straccio di prova, con una succinta motivazione che non prende neppure in esame tutte le poderose ed esaustive argomentazioni sviluppate e documentate dalla difesa, è stata irrogata una sanzione che cancella dal calcio una società e una città".



"Sono dispiaciuto. Leggendo le motivazioni si capisce che non hanno visto quello che dovevano vedere. Non so che dire. Noi ci crediamo e lotteremo fino all'ultimo giorno per riconquistare la nostra serie B".



Dopo la sentenza il presidente
Luciano Campitelli è provato, ma composto nel ribadire la sua innocenza e quella del Teramo. E assicura che i ogni caso non abbandonerà la squadra. "Io ho la maggioranza delle quote del Teramo - dichiara - se non potrò fare il presidente lo farà qualcun altro, ma noi non scappiamo perchè la città e i tifosi non c'entrano proprio niente".



Ed è proprio alla città che va il pensiero di Campitelli. "Non parla il presidente, che oggi c'è e tra dieci anni no - continua - parla la città, l'intera provincia. Ogni giorno riceviamo telefonate di ammiratori che ci esprimono vicinanza, abbiamo ricevuto 500 lettere di persone che ci chiedono di far emergere la verità, che sono con noi. Certo se il 25 agosto, quando si faranno i calendari, al nostro posto ci dovesse essere un'altra squadra, sarebbe una ferita difficile da rimarginare".



Campitelli si dice comunque fiducioso nell'appello. "Aspettiamo con forza il secondo giudizio - sottolinea - Siamo sicuri che lo vinceremo.
Dobbiamo vincerlo. Oggi intanto ho incontrato il sindaco. Sta lottando con me, insieme a tutti i cittadini. Oggi dobbiamo combattere tutti".




"C'è tanta rabbia, amarezza e un po' di indignazione. Mi sembra che il Teramo sia stato penalizzato oltre modo a fronte delle motivazioni. Il Teramo ha sempre dimostrato di essere una squadra pulita, una squadra che ha sempre guadagnato le promozioni sul campo. Non vorrei che in questo clima di moralizzazione sia il Teramo a pagare il prezzo più alto, diventando il capro espiatorio della situazione".



A parlare, subito dopo un incontro con il presidente Luciano Campitelli per fare il punto della situazione alla luce della sentenza del Tribunale federale è il sindaco di Teramo,
Maurizio Brucchi, che assicura la sua vicinanza alla squadra nella convinzione dell'innocenza del Teramo e di Campitelli.



"Siamo fiduciosi nell'appello - ha detto il sindaco - Combatteremo, il sindaco in prima linea, ognuno nel rispetto dei propri ruoli, e sto già pensando di assumere alcune iniziative che adesso però non posso anticipare".




Sulla stessa lunghezza d'onda, l'altra squadra coinvolta: il Savona il cui amministratore delegato
Enrico Santucci parla di "sentenza ingiusta e inqualificabile".



"Faremo ricorso - ha detto - perchè questa è una sentenza che grida vendetta. Il Savona è stato retrocesso senza prove e questa sentenza non fa bene allo sport e non solo al Savona e ai suoi tifosi".



Tra i tifosi e i giocatori del Savona c'è forte malumore perchè dopo una stagione sofferta in Lega Pro questo poteva essere l'anno della rivincita. "Per salvarci - ha aggiunto il tecnico Giancarlo Riolfo - abbiamo fatto i salti mortali e sappiamo solo noi quello che abbiamo patito per mantenere la categoria".
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