PESARO Il vescovo Sandro Salvucci aveva lanciato la chicca in occasione dell’incontro con la stampa a San Francesco di Sales: l’imminente partenza di un’operazione di valorizzazione dei mosaici del Duomo suddivisa in due step, a cavallo della Capitale della Cultura e del Giubileo, bisognava attendere solo il placet della Soprintendenza. E ora che c’è il via libera, si può dare finalmente l’annuncio del primo step che poi verrà spiegato con dovizia di particolari la prossima settimana quando verrà illustrato ufficialmente l'intervento che vedrà la sinergia tra Fondazione Scavolini e Renco, la prima come finanziamento, la seconda come know how tecnologico. Oggi chi entra in Cattedrale cammina su un tesoro storico e artistico inestimabile che da anni è al centro di un dibattito su come recuperarlo e renderlo visibile e fruibile a un pubblico il più ampio possibile. Ambizioni che si scontrano con progetti complessi e anche onerosi.
La via scelta
La via scelta dall'arcidiocesi è quella dei piccoli passi. Così, dopo che nei mesi scorsi i mosaici sono stati sottoposti a uno scrupoloso programma di pulizia e conservazione restituendo lor la vividezza e la bellezza originaria dei colori che fino a qualche tempo fa erano scomparsi coperti dalla patina del tempo, adesso si andrà a metterli in mostra. L’intervento riguarderà infatti l'ampliamento delle finestrature attualmente esistenti nella navata centrale, la sostituzione dei vetri opacizzati presenti oggi in questi tasselli, la realizzazione di un nuovo sistema di illuminazione.
Le nuove finestrature seguiranno la modalità esecutiva di quelle già presenti e verranno posizionate in sostituzione del rivestimento pavimentale in pietra, con l’obiettivo di ampliare la visibilità dei due tappeti musivi sovrapposti presenti nel piano sotterraneo. L’esecuzione dell’opera è affidata alla Renco. La complessa stratificazione dell'attuale cattedrale, dalla sua prima costruzione risalente al IV-V secolo, alla configurazione dell’edificio attuale attorno al 1864 è ben rappresentata dai due livelli di pavimentazione a mosaico presenti nel sottosuolo: il primo posizionato alla quota di -2.10 dall’attuale pavimentazione (edificio di culto databile fine IV-inizio V secolo d.C.) e il secondo alla quota -1.40 (la nota basilica di “Johannis”, datata alla metà del VI secolo d.C.).
In fase di studio dell'intervento, è stato definito il perimetro di due ampie finestrature, basate sulla configurazione dell'intelaiatura metallica che sostiene il pavimento in uso, l’una situata nella parte di destra della navata centrale in prossimità dell’accesso, l’altra nella porzione di sinistra in posizione prossima al transetto.
Nel dettaglio
Le nuove finestrature faranno emergere la cronologia del palinsesto musivo sotterraneo: quella di destra permetterà di avere una vista più ampia delle specchiature che costituiscono la pavimentazione a mosaico del VI secolo e renderà anche visibile la trincea che ha messo alla luce quella del IV/V secolo; quella di sinistra permetterà di vedere il celebre pannello della nave “troiana” e della sovrapposta scacchiera del XII/XIII secolo. La percezione dell'insieme sarà agevolata anche dal posizionamento di una nuova illuminazione a Led che favorirà la visibilità del complesso musivo.
L’intervento non modifica né altera lo stato dei luoghi e contempla le esigenze di avere una maggiore visione dei mosaici, garantendo insieme la corretta conservazione del bene. Durante l’intervento il Duomo non verrà chiuso e le funzioni religiose proseguiranno regolarmente con soluzioni adeguate per il posizionamento delle panche: era una delle condizioni poste dall’arcidiocesi.