Caso Ross, la società interviene
"Attendiamo l'esito delle indagini"

Caso Ross, la società interviene "Attendiamo l'esito delle indagini"
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Lunedì 24 Novembre 2014, 19:47 - Ultimo aggiornamento: 20:38
PESARO - ​LaQuinton Ross dopo la notte da incubo e il pomeriggio da eroe raccoglie la solidarietà della Vulle. La società annuncia di essere in attesa dell'esito delle indagini in corso e richiama i tesserati alla dovuta riservatezza. ​LaQuinton Ross, 23 anni, ha strascorso la notte di sabato nella caserma dei carabinieri fino alla tarda mattina di domenica per rispondere di presunta violenza sessuale. Pronta la reazione nel pomeriggio quando Ross si è trasformato nell’eroe della partita con un canestro segnato all'ultimo secondo, che ha dato la vittoria alla Consultinvest Pesaro contro l’Upea di capo D’Orlando. Ross, proveniente dal Mississippi, arrivato a Pesaro da appena tre mesi, l'altra notte ha rischiato di finire in carcere. Una sua coetanea, di origine marocchina, ma cittadina italiana, conosciuta due mesi fa, si è presentata dai carabinieri alle 2 di domenica mattina - per denunciare il giocatore per violenza sessuale. Ascoltato il racconto della ragazza, i carabinieri sono andati a bussare all'alloggio del cestista in viale Trento. I militari perquisendo l’appartamento hanno trovato elementi oggettivi di riscontro al fatto che i deu si fossero incontrati proprio in quella casa. Per approfondire la vicenda LaQuinton Ross è stato accompagnato in caserma insieme ad un compagno di squadra. Ross è riuscito a dimostrare che quella sera c'era stato un rapporto sessuale consenziente tra lui e la ventitreenne, con tanto di preservativo poi rinvenuto dagli stessi carabinieri. Ha mostrato anche i messaggini sul cellulare ricevuti dal 16 settembre, tutti scritti dalla ragazza che testimoniavano il motivo per il quale si sarebbe incontrati quella sera nell'alloggio del giocatore. Oggetto del contendere il fatto che lui non voleva che la ragazza dormisse lì tutta la notte perchè intendeva concentrarsi per la partita del giorno dopo. Da questa affermazione era nato un litigio piuttosto concitato tanto che per sedare gli animi erano intervenuti anche altri giocatori compagni di squadra. La ragazzanon ha più presentato querela e ora rischia di finire sotto processo d'ufficio per calunnia.
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