Calcioscommesse, Galigani intercettato
"Macalli e Tavecchio in mano a Lotito"

Calcioscommesse, Galigani intercettato "Macalli e Tavecchio in mano a Lotito"
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Martedì 19 Maggio 2015, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 17:34
CATANZARO - Dagli atti dell'inchiesta "Dirty Soccer" di Catanzaro emerge il riscontro di una telefonata a tratti surreale tra Vittorio Galigani, ex ds di diverse squadre dalla serie A alla C (della Vigor Senigallia nelle Marche negli anni '80, ma legatissimo al mondo del calcio marchigiano), e Ercole Di Nicola, direttore sportivo de L'Aquila Ercole Di Nicola. «Macalli e Tavecchio sono ... in mano a Lotito, che li ricatta». La telefonata è del 15 gennaio scorso, con il Ds de L'Aquila Ercole Di Nicola (arrestato), lo stesso che, dicono sempre gli investigatori «si atteggiava a uomo di calcio ligio alle regole» quando in realtà era «capace di combinare incontri di calcio senza remore e senza scrupoli».



«I due conversano a lungo e il Galigani - si legge negli atti dell'inchiesta - dava prova di quanto radicato fosse il malcostume nelle stanze del calcio professionistico italiano». Ecco il passaggio della telefonata riguardante il presidente della Figc, Lotito e Macalli (nessuno è indagato): Di Nicola: «ho visto il tuo editoriale su tutto Lega Pro...hai attaccato Lotito a tutto andare!» Galigani: «no no ma deve andare a casa deve andare...racconto storie vere, non è che racconto favole...Lotito ha rotto i coglioni...il motivo del dissidio è Lotito, non è Ma...Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti in mano alle...come si dice...si in mano a Lotito, che li ricatta, c'è pure che lui pensa che aveva diritto di fare il vicepresidente».



Di Nicola: «eh» Galigani: «in Federcalcio, se lui lascia la sua poltrona a Macalli, c'è un motivo, se lui perde...una cosa che molti non hanno compreso..questa maggioranza della Lega, della Federcalcio, esiste in funzione del 17% della Lega Pro, se lui perde il 17% della Lega Pro salta tutta la Federcalcio...la sua stanzetta che ha lassù al quinto piano di via Allegri, lo cacciano».
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