ANCONA - «Ti faccio esplodere la testa». Con una pistola scacciacani in mano, simile a una Beretta e senza tappo rosso, la minaccia era sembrata credibile, tanto più perché rivolta a un ragazzino di appena 12 anni che si divertiva con gli amici a suonare ai campanelli per poi scappare. La sera dello scorso 22 febbraio erano andati a fare lo scherzo anche a casa di un 23enne egiziano, in via San Marcello a Jesi.
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Mai avrebbero immaginato una reazione simile da parte sua.
Per l’imputato era stato disposto il giudizio immediato, a seguito del quale il suo avvocato ieri ha presentato istanza per l’abbreviato, chiedendo però al gup Francesca De Palma il rinvio dell’udienza preliminare (fissata per il 17 luglio prossimo) per formalizzare l’offerta risarcitoria. Il 12enne, infatti, tramite i genitori e l’avvocato Federica Squadrini, ha chiesto 20mila euro a titolo di risarcimento.
Il ragazzino, infatti, è rimasto traumatizzato da quell’episodio. In sede di querela ha raccontato di aver temuto per la propria vita quando il 23enne l’ha rincorso, gli ha puntato la pistola alla testa (pensava fosse vera) e l’ha minacciato che gli avrebbe fatto «esplodere la testa», per poi spintonarlo e prenderlo a calci. Il 12enne, portato dalla mamma all’ospedale, era stato dimesso con 7 giorni di prognosi.