Alluvione Marche 2022, indagine bis della Procura de L'Aquila chiusa per 23 indagati

Alluvione Marche 2022, indagine bis della Procura de L'Aquila chiusa per 23 indagati
Alluvione Marche 2022, indagine bis della Procura de L'Aquila chiusa per 23 indagati
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 20:45

ANCONA - Inchiesta sull'alluvione del 15 settembre 2022, chiusa l'indagine bis della Procura dell'Aquila a carico di 23 persone. La procura abruzzese è competente perché tra le parti offese c'è un magistrato in servizio ad Ancona.

Le indagini

La prima indagine aveva coinvolto 14 persone, tra cui diversi sindaci, per presunti ritardi negli allarmi alla popolazione. In questa, l'ipotesi accusatoria mette nel mirino  invece funzionari della Regione, della provincia di Ancona, funzionari e tecnici del Consorzio di bonifica delle Marche e di Bonifica Marche service, tre responsabili (in periodi diversi) dell'ufficio tecnico per i lavori pubblici del Comune di Serra de' Conti.

Due ipotesi di disastro colposo

Due le ipotesi di disastro colposo contestate. L'esondazione che colpì l'hinterland senigalliese (Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de' Conti, Trecastelli) con l'accusa, a vario titolo, per la mancata progettazione e realizzazione di interventi per gestire i corsi d'acqua al fine di mitigare il rischio idrogeologico ma anche la manutenzione dei fiumi dagli alvei e ponti fino a briglie e accumuli.

Queste carenze avrebbero favorito le esondazioni di Misa e Nevola o quantomeno generato condizioni di criticità idraulica.

Cooperazione in omicidio colposo plurimo

Contestata a 19 degli indagati la cooperazione in omicidio colposo plurimo riguardante le vittime e le lesioni colpose gravi. Nel terzo capitolo dell'accusa finiscono 5 persone tra cui un funzionario regionale del servizio tutela del territorio e altri del Consorzio di bonifica. Qui, il riferimento è all'esondazione del Misa nel centro di Senigallia in cui, secondo gli inquirenti, entra la realizzazione del ponte con la presunta violazione del capitolo 5 del decreto del ministero delle infrastrutture relativo alle prescrizioni per la costruzione.

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