Tasse più care del dovuto all'Università di Urbino? Il Rettore Calcagnini: «Rispettiamo i limiti»

Secondo i dati preliminari dei bilanci preventivi del 2023, su 59 sono 18 gli atenei che hanno superato i limiti stabiliti dalla norma del 1997

Tasse più care del dovuto a Urbino? Il Rettore Calcagnini: «Rispettiamo i limiti»
Tasse più care del dovuto a Urbino? Il Rettore Calcagnini: «Rispettiamo i limiti»
di Eugenio Gulini
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Martedì 23 Aprile 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 13:15
URBINO Universitari di mezza Italia beffati nei luoghi del ‘Sapere e del Merito’. Costretti a pagare più tasse di quanto permesso dalla legge. Urbino con Torino (anche Università del Piemonte Orientale), Milano (anche Bicocca e Politecnico), Roma Tre, Brescia, Venezia (IUAV e Ca’ Foscari), Parma, Udine, Bergamo, Padova, Verona, Bologna, Modena e Reggio Emilia e, infine, Università degli studi dell’Insubria.  

Secondo i dati preliminari dei bilanci preventivi del 2023, su 59, sono 18 quelli che hanno superato i limiti stabiliti dalla norma del 1997. Quest’ultima impone che i contributi degli studenti non possano superare il 20 per cento dell’ammontare del Fondo di Finanziamento ordinario, cioè delle risorse che l’università riceve dallo Stato per la gestione delle proprie attività. Stando all’indagine realizzata dall’’Udu nazionale (Unione degli Universitari) si sostiene che gli atenei italiani avrebbero cominciato a fare lievitare le tasse richieste agli studenti a partire dalla riforma Gelmini, via via che i finanziamenti pubblici andavano diminuendo. Con un picco raggiunto intorno al 2016: secondo i dati di Siope (il Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), gli atenei chiedevano oltre 1,7 miliardi di euro in contribuzione studentesca. A UniUrb, Giovanni Boccia Artieri, Prorettore alla Didattica, Comunicazione interna ed esterna presso la ‘Carlo Bo’ e Direttore del Dipartimento di Scienze della comunicazione, studi umanistici e internazionali, è di poche parole: «Dai conti, certificati anche dalMinistero Economia e Finanze non superiamo i limiti».

L'attenzione


«L’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo - dichiara il rettore, Giorgio Calcagnini - ha posto in questi anni un’attenzione crescente al tema del diritto allo studio. Riguardo alla contribuzione studentesca, il nostro Ateneo rispetta i limiti previsti. Lo hanno attestato, tra l’altro, gli stessi ispettori del Ministero nel corso delle periodiche verifiche che svolgono in tutti gli Atenei». Eppure anche Urbino appare, almeno in questo primo momento di risonanza giornalistica nazionale, tra gli atenei che hanno, salassato i propri studenti universitari «e che potrebbero essere richiamati ad abbassare le tasse, riportare l’attenzione accademica nella legalità e a risarcire i propri studenti non solo per il 2018 in un’azione legale» come ha spiegato Pasquale Scordo, coordinatore di Torino dell’Unione degli Universitari. «Non abbiamo come intento quello di danneggiare gli atenei bensì di garantire la tutela del diritto», quello stesso diritto allo studio al quale, secondo quanto dichiarato dal Rettore Giorgio Calcagnini, UniUrb, in questi anni «ha posto un impegno significativo che va avanti da anni». 
In un senso o nell’altro resta una vicenda da chiarire tanto più che, come detto, coinvolge altri atenei Italiani. nelle marche però, solo Urbino.
 

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